UDID rubati? È colpa di una software house

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Ricordate la storia degli UDID rubati ad Apple che era venuta alla luce la scorsa settimana? In una intervista con NBC News, il CEO di Blue Toad Paul DeHart ha spiegato che la sua compagnia ha verificato gli UDID rubati, e dopo averli confrontati con il suo database è sicura che si tratti dei propri dati.

La software house Blue Toad ha dunque ammesso di essere stata la vittima del furto degli UDID di cui era stata precedentemtene accusata l’FBI. Non ci sono ulteriori dettagli. DeHart ha spiegato che le indagini sono in corso e non può rilasciare dichiarazioni. Ciò nonostante il CEO si è detto sufficientemente sicuro che il furto si sia verificato nelle scorse due settimane.

Il CEO spiega inoltre che la compagnia è veramente dispiaciuta per quanto accaduto, e ci tiene a precisare che gli ID dei dispositivi mobili non vengono più salvate sui server dell’azienda da quando Apple ha suggerito di non raccogliere questo genere di dati. Questo è avvenuto all’inizio di quest’anno.

Ovviamente Blue Toad dovrà rispondere dei problemi di sicurezza che hanno permesso ai malintenzionati di accedere ai preziosi UDID tramite i quali è possbile, ad esempio, installare software su un dispositivo all’insaputa di un utente.

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