Pirati senza freni, fino al 75% dei prodotti sw per iPhone

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Secondo quanto riportato in una ricerca commissionata da Wall Street, la pirateria software ha avuto un “costo” per App Store -dalla sua nascita nell’estate del 2008- che si è avvicinato verosimilmente ai 450Milioni di dollari.

Cifra che rappresenta una notevole quantità di denaro in considerazione del vasto numero di applicazioni gratuite e di videogame realizzati generalmente da piccoli gruppi di sviluppatori lontani dalle logiche di mercato delle major e incoraggiati da facilità ed economicità del business.

Malgrado i  giochi, quindi, costino considerevolmente meno che per qualsiasi altra console, con una media di 3 dollari l’uno, la tentazione di piratarli è evidentemente troppo forte.

La ricerca indica che il rate medio di prodotti pirata per iPhone si aggira intorno al 75%, percentuale tramite la quale viene calcolata quindi la presunta “perdita” di business: intorno ai 450Milioni di dollari mettendo in relazione il numero totale di download con quello di applicazioni effettivamente pagate.

Alcune eccezioni -negative- riguardano poi software house come Developers Neptune Interactive Inc e  Like Donkey Inc che denunciano livelli di pirataggio fino al 90% per hits come Tap-Fu, disponibili in genere nel giro 40 minuti dalla loro apparizione in App Store.

Ma come può valere la pena di piratare un prodotto che costa solo 99 centesimi? E come si determina la percentuale di pirataggio di un prodotto?

Alcune software house hanno aggiunto delle feature ai loro prodotti in grado di segnalare ogni volta che essi vengono fatti girare su un terminale jailbroken.

Di certo la sempre maggiore facilità di sblocco dei terminali Apple, non fa che incoraggiare le attività di jailbraking e scoraggiare in qualche modo la ricerca di originalità da parte di quel gruppo di sviluppatori che preferisce occuparsi di piratare i prodotti presenti nell’App Store invece che di crearne di nuovi ed originali.

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